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Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso

ISBN 978-88-7351-967-6 / Pagine 176 / Anno 2016

Nanni, un sognatore in bilico tra Piazza Maggiore e il cimitero di Archi.
Con un’equazione imperfetta potremmo dire che Bologna non sta ad Archi come invece Stefano Benni sta a Nanni Barbaro.
In queste pagine, che fluttuano disinvoltamente tra il surreale e il beffardo senza disdegnare qualche puntatina sul tragico, Nanni esprime chiaramente lo stupore di chi torna a fare i conti con il proprio luogo natio e si rende conto, invece, che quei conti non hanno proprio nessuna voglia di… tornare.
Luoghi e personaggi, che probabilmente solo il fuoco evocativo della nostalgia aveva reso ammalianti e fantastici, si mostrano nella loro vera essenza e mettono il narratore nella cruda necessità di descriverli in modo impietoso. È a questo punto che viene fuori l’estro del narratore e Nanni riesce con maestria a dipanare i racconti mischiando sapientemente echi benniani e gucciniani (la Archi di Nanni ne ricorda un po’ il West domestico modenese, di “Tra la via Emilia e il West”), sotto l’occhio vigile del suo amato Faber.
Assolutamente esilarante le “historie de li Santi Frati Liquiriziani Larenzu et Limitri” scritte in un esilarante slang che sembra discendere direttamente dalle lingue d’oc e d’oïl e dalla musicalità del volgare italiano dantesco.
Bravo Nanni che, incapace di sfuggire al fatale fascino ammaliatore delle sirene dello Stretto, “Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso”, è riuscito a rivestire di un’indulgente coltre fantastica e poetica la cruda realtà di una terra come la nostra ospitale solo con i forestieri ma matrigna dei suoi figli.

Franco Arcidiaco
€ 12,00
Nanni Barbaro è nato ad Archi di Reggio Calabria il 10 dicembre del 1956. Scrittore autodidatta, è autore di decine di commedie brillanti in vernacolo. Ha pubblicato una silloge poetica di intonazione civile, “Oltre il muro”, nel 1990, con la prefazione di Mons. Italo Calabrò, per i tipi della Città del Sole Edizioni, nel 2016 “Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso”, nel 2018 “Si cunta, si cuntau” e nel 2020 “Hopper si fermò ad Archi”. È stato allievo del maestro Rodolfo Chirico e ha frequentato numerosi seminari teatrali, letterari e cinematografici. Appassionato di musica, è parte della tribute band Cantando De André in qualità di cantante. Ad Archi è nato, ad Archi conta di finire i suoi giorni. Senza fretta.

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