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Note di pop da Reggio Calabria e dintorni

ISBN 978-88-8238-448-7 / Pagine 472 / Anno 2025

Negli anni sessanta del secolo scorso si dice siano esistite tante piccole “Liverpool italiane”: Verona, Padova, Torino, Milano, Roma, Genova, Bologna, Modena… Reggio Cal. non ha avuto probabilmente una vera e propria scena beat, ma all’epoca c’era molta curiosità. Si faceva musica soprattutto nelle parrocchie, dove c’erano gli strumenti e magari anche un teatrino per le prove. In tanti non avevano un proprio strumento, molte volte non lo si poteva acquistare o lo si faceva con grandi difficoltà. Tuttavia gruppi e solisti locali si affacciarono alla ribalta artistica, di solito senza ricavarne esiti particolarmente memorabili, fatte salve alcune esperienze artistiche destinate a futura gloria.
I giovani allestivano sale in situazioni improbabili, spesso umidi cantinati o fatiscenti abituri, dove peraltro i disturbi alla quiete pubblica risultavano essere all’ordine del giorno… Erano alla costante ricerca di situazioni dove esibirsi, in quanto si trattava senz’altro di un’attività piacevole e umanamente gratificante, ma pure perché dalla passione si poteva pure trarre un utile. Si pensi al complessino studentesco che in inverno studiava il repertorio sanremese e d’estate animava le sale da ballo, oppure le feste di piazza, in genere per modici compensi che andavano ulteriormente suddivisi fra i quattro/cinque componenti della formazione.
Al termine dei sessanta e all’inizio del successivo decennio sono arrivati il rock e la canzone d’autore, ma la storia non è cambiata e il centro di gravità permanente rimaneva sempre da tutt’altra parte. A Roma esistevano locali per ascoltare la musica d’ogni genere d’avanguardia. A Napoli fioriva il cosiddetto “Napule’s Power”. A Bologna era pieno di cantanti, cantautori e complessi musicali (lì c’erano le parrocchie, ma pure le “case del popolo”…). Il rock è stato di casa anche a Reggio Cal. Abbiamo avuto bands interessanti, che si sono affacciate sui palcoscenici nazionali e hanno fatto dischi…
Insomma: ognuno ha avuto il suo specifico e noi proviamo a raccontare il nostro, che non è fatto soltanto dei pochi nomi conosciuti a livello nazionale ma anche da una grande quantità di rockbands e complessi melodici, di artisti ignoti al grande pubblico. Questo libro vuol ricordare, se non tutti, la maggior parte di essi.
€ 32,00
Domenico Giordano è nato a Novara nel 1962 e, fin da giovanissimo, vive a Reggio Calabria.
Praticamente da sempre appassionato di musica leggera, collezionista di dischi, negli anni fra il 1978 e il 1986 è d.j. e speaker radiofonico presso diverse radio libere della città di Reggio Calabria (“Radio 101”, “Radio S. Paolo”, “Radio Sympathy”, “Radio RC International”, “Radio D.L.F.” e “Antenna Febea”).
Più o meno nello stesso periodo, prova anche a fare il giornalista e le sue critiche musicali vengono accolte favorevolmente da varie pubblicazioni. Fra queste sono da ricordare “L’ Avvenire di Calabria”, “Troll” e la fanzine “Anni Sessanta”.
Nel ‘93 si laurea in Scienze Politiche, indirizzo storicopolitico, presso l’Università degli Studi di Messina, presentando una tesi sui movimenti extraparlamentari di sinistra in Italia fra il 1968 e il ’73.
Negli anni duemila, con l’avvento del web, le performance giornalistiche si spostano nei siti internet. È in particolar modo il sito “Pagine ‘70”, una pagina che lo trova fra gli abituali animatori, ad ospitare le sue collaborazioni sotto forma di articoli ed interviste…
L’esordio librario, pubblicato da Città del Sole Edizioni, avviene nell’anno 2011. Si tratta del volume intitolato “Tutte le Frequenze Occupate”, realizzato insieme a Lucio Decaria. È un’opera sulle radio libere della città di Reggio Calabria, nel periodo fine settanta/inizio ottanta, in cui gli autori provano a ricostruire la vicenda delle emittenti private dell’epoca e lo spirito
di quanti ne furono animatori. Il lavoro è molto apprezzato ed ottiene favorevoli recensioni.
Nel 2013 esce, per gli stessi tipi, il volume intitolato 30 Dischi Italiani… Per Parlare di Anni Settanta. Un lavoro sulla musica degli anni settanta, attraverso i dischi maggiormente apprezzati, a metà strada fra esercizi di critica musicale ed episodi di vita vissuta, in cui l’autore tenta di ricostruire il suo “tempo migliore”. L’opera, pure questa molto ben recensita, viene presentata nel maggio del 2014 al “Salone del Libro” di Torino e alla mostra del disco “Vinilmania” di Novegro.
Nell’aprile del 2018, le edizioni “Città del Sole” danno alle stampe un terzo volume intitolato Storie di Cantastorie. Si tratta di un saggio dedicato alla musica della tradizione popolare e ai folksingers calabresi operanti nel periodo fra gli anni settanta ed ottanta, in cui l’autore riprende la collaborazione con l’amico e collega Lucio Decaria. Come gli altri, anche questo un lavoro molto apprezzato dal pubblico e favorevolmente recensito dalle pubblicazioni specializzate.

Libri di Domenico Giordano