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La Repubblica Rossa di Caulonia

ISBN 978-88-8238-481-4 / Pagine 120 / Anno 2025

Ilario Ammendolia racconta qui la Repubblica Rossa di Caulonia, proclamata il 6 marzo 1945, in un clima di liberazione ed effervescenza, quando al Nord le brigate partigiane cominciavano già a scendere nelle città per l’ultima battaglia contro i nazifascisti, mentre il Sud libero muoveva i primi passi per superare il vecchio ordine. È in un tale periodo di passaggio, scandito da speranze e timori, attese e inquietudini, che si staglia la rivolta di Caulonia. Cinque giorni circa durò la Repubblica Rossa. Il 10 marzo ebbe inizio la spedizione compiuta da carabinieri e forze dell’ordine, pilotati dal Ministero dell’Interno. Il territorio ampio venne setacciato contrada per contrada fin quando, tra scontri e brutali repressioni, i rivoltosi di Caulonia dovettero arrendersi. Due anni dopo, il 23 giugno 1947 si aprì al Tribunale di Locri il più grande processo politico del dopoguerra: gli imputati per banda armata erano ben 365. Solo pochi, tra cui il sindaco comunista Cavallaro, scontarono anni di carcere. Gli altri furono liberati grazie al provvedimento di amnistia voluto da Togliatti l’anno precedente. Ma la pena più dura, oltre allo scacco in sé, fu la rimozione, la condanna all’oblio di questa storia, insieme alla diffamazione postuma. Così i vinti potevano essere sconfitti ulteriormente e, sempre di nuovo, grazie al discredito gettato su di loro, alla denigrazione, all’oltraggio. Quei mulattieri, quei caprai, quei falegnami erano gente di ’ndrangheta, figli di briganti, banditi per vocazione, malavitosi. A Caulonia non c’era stato altro che una rivolta di ’ndrangheta, di cui vergognarsi e perciò da rimuovere. Ma come stanno le cose? Che cos’è successo davvero? Le domande si affastellano, gli interrogativi sono più complessi di quanto si possa pensare. Ammendolia li indica in queste pagine con chiarezza e invita a riflettere sui tanti lati oscuri così come pure, però, sulle evidenze denunciando con forza la criminalizzazione di una rivolta cui va riconosciuto invece un grandissimo valore politico…

Dalla Prefazione di Donatella Di Cesare
€ 12,00
Ilario Ammendolia, professore di lettere in pensione.
Da giovanissimo è stato uno dei sette componenti della organizzazione nazionale dei giovani del PSIUP della quale facevano parte, tra gli altri, Mauro Rostagno e Luigi Bobbio. Oggi si autodefinisce un militante “irregolare” ed anomalo della Sinistra. Dopo circa 60 anni di militanza, continua ad essere impegnato sul terreno della difesa dei diritti inalienabili della Persona umana e combatte le sue battaglie a favore degli immigrati, dei reclusi e degli esclusi. S’è apertamente schierato in difesa dello Stato di diritto e contro la giustizia sommaria che consente gli scioglimenti a catena dei consigli comunali, l’uso arbitrario delle manette, la criminalizzazione sistematica e calcolata della Calabria e del Sud.
Già consigliere provinciale del PCI, è stato più volte sindaco di Caulonia e presidente dell’Associazione dei 42 Comuni della “Zona Jonica” sino al 2012. Considerati i particolari argomenti trattati nel presente lavoro, ci sembra utile ricordare che già il 21 febbraio del 1976 l’autore è stato promotore e relatore di una delle prime iniziative sul tema “Mafia e sottosviluppo” sebbene abbia sempre rifiutato di scriversi al partito dell’antimafia “dura” e “pura”, ritenendo che l’impegno contro le mafie non possa essere scisso dalla lotta per il riscatto dei “Sud” e per una società di uomini liberi ed uguali.
È stato direttore editoriale di “Riviera”, settimanale diretto in precedenza da Pasquino Crupi e Nicola Zitara. Ha già pubblicato altri libri sulla realtà calabrese.

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