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La Calabria non è la Calabria

ISBN 978-88-7351-935-5 / Pagine 328 / Anno 2016

Siamo “vivi ed elastici o facinorosi per esser mal governati”? Siamo “pittoreschi o i fustigatori di Cristo”? Siamo “rozzi, queruli di mala fede, servi degradati, fieri, iracondi, testardi e impavidi o pieni di senso estetico delicatissimo”? Siamo “vilissimi o dottissimi”?
È vero che i viaggiatori europei (e italiani) hanno contribuito a creare una realtà la cui immagine spesso è stata manipolata ad arte, fino a dare una fotografia stereotipata di una regione che, almeno dagli anni Ottanta in poi, ha costituito la base per costruire e diffondere un’odiosa e denigratoria idea dei calabresi, senza operare distinzione alcuna, assolutizzando una realtà complessa e articolata? Questo studio nasce per trovare una risposta a tale domanda.
Esistono documenti, sovente frutto di pregiudizio, che testimoniano come non solo l’italiano stesso, ma anche lo straniero, già dai tempi di Lope de Vega, riteneva i calabresi capaci delle più bieche turpitudini. Nondimeno, parallelamente, uomini straordinari hanno amato la Calabria di un amore viscerale, tanto da salvarne le vestigia storiche (Paolo Orsi, veneto), le lingue regionali (Gerhard Rohlfs, tedesco), creare scuole e istituti per l’infanzia (Giuseppe Isnardi, ligure, e Umberto Zanotti Bianco, piemontese).
Attraverso un viaggio a ritroso nella storia, l’Autore mira a ricercare l’origine della creazione di un’immagine stereotipata della Calabria e dei calabresi.
€ 14,00
Giuseppe Fiorenza, calabrese in idea, vive a Torino. Ha pubblicato i romanzi: “La terra senza dio” (Roma, 1995); “Io t’ho amato sempre non t’ho amato mai” (Torino, 2007); “Un viaggio lungo 35 anni 11 mesi 29 giorni” (Torino, 2010), dal quale è stata tratta la sceneggiatura “I treni del Sole”, che ha ottenuto una menzione speciale al “Premio Solinas”; ”Il paese del malocchio” (Cosenza, 2011) e “Fiele” (Rossano, 2014).
Ha fondato il “Centro Barlaam, Biblioteca delle Letterature Mediterranee”.

Libri di Giuseppe Fiorenza