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Il Manifesto, tra dissenso e disciplina di partito

ISBN 978-88-7351-485-5 / Pagine 296 / Anno 2011

Chi si aspettasse da questo volume la storia del "manifesto" resterebbe deluso. E'di più e di meno. E' di più come storia delle sue origini, ossia della vicenda umana e intellettuale di alcuni giovani militanti e dirigenti del Pci che subiscono la crisi del XX congresso del Pcus e della repressione ungherese e che avviano la rielaborazione di una concezione nuova di partito. Non sanno dove si va a parare, nè dove loro stessi vogliono approdare. Certo non maturano alcun disegno di rottura, ne nell'ultima stagione togliattiana, che si conclude nel 1964 con il Memoriale di Yalta, nè durante la transizione gestita da Longo fino al XII congresso del febbraio '69, che eleva Berliguer alla vice segreteria, segretario in pectore a seguito del declino anche fisico di Longo.Ma si definiscono come una posizione politica, inquieta, innovativa, certo atta a turbare i sonni dei vecchi terzinternazionalisti per i quali l'umanesimo era la regola. D'altra parte, sappiamo bene come le origini, le radici condizionano la storia degli individui come delle imprese collettive. Quindi, leggere questa storia offre la chiave di lettura per comprendere il dopo, ossia la vicenda del gruppo de "Il Manifesto"dopo la radiazione del novembre 1969 (...)Il libro, frutto della rielaborazione di una tesi di laurea, si legge dunque come l'inveramento di un processo che ha nel '68 il suo punto di rottura.
Dalla Prefazione di Sandro Rogari
€ 18,00
Antonio Lenzi nato a Palermo ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dei partiti e dei movimenti politici presso l’Università di Urbino. I suoi interessi e le sue pubblicazioni vertono sulla storia d’Italia degli anni ‘70 e in particolar modo sulla sinistra rivoluzionaria.
Attualmente è membro della redazione di «Zapruder», rivista di storia della conflittualità sociale.

Libri di Antonio Lenzi