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Didattica gioiosa

ISBN 978-88-8238-414-2 / Pagine 128 / Anno 2024

Nella storia di un popolo e anche di una piccola comunità come quella del proprio paese natio non c’è solo la tradizione racchiusa nel cestello della cultura o della civiltà ma vi sono anche le tradizioni, che hanno un valore in sé, una capacità dinamica di orientare la storia. Queste assolvono il loro compito, anche quando scompaiono, incise nel DNA degli uomini del futuro. Esse si forgiano, si attualizzano e nello stesso tempo si superano nel mondo della scuola, specie dei piccoli i cui cervelli sono delle spugne. Francesco Bova nelle difficili contingenze del periodo di guerra e del dopoguerra, silenziosamente preparava i suoi alunni a diventare cittadini del domani, svelando le potenzialità e i valori racchiusi nelle piccole cose... L’efficacia dell’insegnamento di Bova non derivava solo dalla comunicazione attraente, festosa, utile comunque e conveniente, ma soprattutto dalla gioia: questa, non come effetto dello “spasso”, momentaneo e caduco, ma benessere mentale che provoca lo “stato gioioso”, la disposizione permanente in cui la fatica ed il sacrificio protesi verso “le cose nuove” si intrecciano allo “star bene”, fondamento esclusivo dell’apprendimento facilitato ed efficace.
€ 16,00
Francesco Bova, è nato a Bivongi (RC) il 7 marzo 1917 da Vincenzo e Teresa Zurzolo. Ultimo di 10 figli, di cui solo 6 vissuti in età adulta, gli fu dato il nome dello zio paterno, Francesco, sacerdote grecista e latinista, professore nel seminario della diocesi di Squillace (CZ), al cui territorio apparteneva il suo paese natale. Col nome, dallo zio, ereditò anche la vena poetica. Il padre, apprezzato ebanista, era nel paese un personaggio dalle eccellenti doti umane ed artistiche. Fra le sue molteplici ed impegnative attività, esercitava anche quella scultorea e pittorica. A Bivongi ha lasciato in eredità parecchie opere che sono patrimonio della chiesa locale e di privati. Francesco fu avviato agli studi, come gli altri due fratelli maggiori. Conseguì l’abilitazione magistrale per l’insegnamento nelle scuole elementari, attività alla quale si dedicò con passione, prima a Bivongi, ed in seguito a Reggio Calabria e a Roma, da dove rientrò definitivamente a Reggio Calabria. Fin da giovane dimostrò un’ampia apertura di mente e un’accentuata sensibilità di cuore, per le innovazioni che con difficoltà filtravano nella vita di un piccolo centro urbano della Calabria. Da una parte era legato al piccolo mondo agricolo paesano e a quello familiare, di cui diventerà, nell’età adulta, un nostalgico cantore; dall’altra introduceva nella sua vita, nella famiglia e nella scuola tutte le novità del mondo contemporaneo. Era dotato di una visione universale della realtà. Spirito aperto, afferrava subito il nuovo che la mente umana forgiava, filtrandolo opportunamente nel setaccio della tradizione, col rispetto che si deve alla saggezza antica.

Libri di Francesco Bova