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Della responsabilità individuale e altre bestemmie

ISBN 978-88-8238-326-8 / Pagine 160 / Anno 2022

Chi decide quali linee si debbano portare in parlamento o nei consessi elettivi, chi e cosa rappresentare e chi e cosa no? In quali luoghi fisici si confrontano e si approvano queste linee?
E chi forma le liste che spesso sono popolate da imbecilli matricolati e da cialtroni mestatori e intrallazzatori? In politica si dice che non ci sono vuoti né di consenso né di organizzazione, ossia decide chi c’è, chi ha il giusto diritto di far pesare la propria adesione al partito, al sindacato, alla associazione.
Chi c’è ha il diritto di contribuire a determinare l’atteggiamento che il proprio gruppo associato deve tenere, o almeno ha il diritto di esprimersi nelle cosiddette sedi opportune, provare a essere maggioranza o, nella peggiore delle ipotesi, una minoranza che incide su quanto si decide.

A. L.
€ 15,00
Aldo Libri 68 anni, cittadino del mondo occasionalmente nato a Reggio Calabria (e non a Nairobi o Bogotà o Stoccolma). Sindacalista da 47 anni, per ricordare di stare dalla parte giusta, quella dei diseredati.
Marxista irredimibile, comunista, terzomondista, internazionalista (conseguentemente tifoso dell’Internazionale di Milano), meridionalista (conseguentemente tifoso della Reggina e simpatizzante del Napoli).
Ha ricoperto un po’ di cariche sindacali di discreta importanza fra cui quella di segretario del comprensorio CGIL della Piana di Gioia Tauro, cosa che gli consentì di contrattare e firmare il contratto di apertura del Porto Container. Si rifiuta di pubblicare un curriculum completo al quale nessuno potrebbe ragionevolmente interessarsi.
Inizia gloriosamente e dolorosamente il suo impegno politico a 14 anni, nel 1968, con l’occupazione del liceo scientifico Volta e le conseguenti irruzioni di polizia con i dovuti carichi di mazzate.
Due anni prima iniziava a capire confusamente il mondo impazzendo per i Beatles e con l’acquisto del suo primo 45 giri, Like a Rolling Stone dell’amato Bob Dylan.
Appassionato di musica, con una passione esagerata per il progressive rock inglese del decennio 1969-1978, diviene un ultra negazionista sostenendo che dopo quella data non c’è musica di rilievo se non per casualità graditissime, ma statisticamente irrilevanti.
Ha partecipato a concerti di King Crimson, VDGG, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Patti Smith, Pink Floyd, Police, Miles Davis, BB King, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Fabrizio de André, Francesco Guccini, Claudio Lolli, Francesco De Gregori, Stéphane Grappelli, Manhattan Transfer, Pino Daniele, Napoli Centrale, e alcuni decine di altri fra cui i Mattanza e Brunori Sas. Appena riuscirà a assistere a un concerto di Neil Young potrà morire felice, accompagnato da I talk to the Wind e da Epitaph dei King Crimson e dall’orazione funebre di Katia Colica.
Ateo che vacilla nelle sue quasi incrollabili certezze quando l’Inter vince il Triplete, quando vede i filmati di Maradona o Ronaldo (quello vero) o ascolta suonare Robert Fripp o Peter Hammil o quando vede Mastroianni recitare. E quando pensa ai figli e ai nipoti con malcelata tenerezza.
Legge e, soprattutto, cerca di capire se stesso, il mondo e un po’ di cose che gli dovessero sembrare interessanti.

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