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Convivio

ISBN 978-88-8238-080-9 / Pagine 192 / Anno 2018

Il libro è un’opera convivio-simposiale costituita da versi dedicati al cibo e al vino: inviti a banchetti, ringraziamenti per essere stati ospitati o per doni alimentari ricevuti, esaltazione del vino nei brindisi, lode di ricette gustose, versi di accompagnamento dei doni.
Il canale linguistico è duplice: italiano e conflentese, perché entrambi appartengono alla formazione culturale del poeta e gli forniscono i vocaboli adatti ad esprimere gli ingredienti del banchetto: piacere, gusto, amicizia, conversazione rilassante, astrazione, ebbrezza e, sul piano stilistico, ironia e spunti satirici. Insieme alle due lingue scorrono due universi paralleli, che si riconoscono nella prassi conviviale come eredità di convenzioni antiche.
I raggruppamenti tematici consentono di rilevare vari dati: dalle abitudini e dai gusti dell’autore al suo modo di accostarsi ai diversi interessi nella vita e nella letteratura; dalla consuetudine della commensalità in Calabria alla conoscenza dei prodotti eccellenti dell’epoca. Dell’opera si evidenziano due aspetti in particolare: la sua unicità nella Storia della Letteratura Calabrese, che tramite Vittorio Butera si connette con il genere convivio - simposiale della tradizione classica; la sua attualità, essendo la gastronomia un elemento basilare della vita quotidiana che, secondo un’opinione diffusa anche in Letteratura, contribuisce alla conoscenza della civiltà di un popolo.
€ 13,00
Vittorio Maria Butera è nato il 23 dicembre 1877 a Conflenti (CZ). Essendo morta la madre a pochi mesi dal parto, di lui si prese cura la nonna la cui immagine vive tra i versi più belli del poeta. Dopo la scuola elementare, è stato seguito privatamente in latino, italiano, francese e matematica, per conseguire una formazione culturale adeguata, secondo la concezione dell’epoca, a un distinto cittadino della borghesia locale. Nelle intenzioni paterne il suo unico figlio gli sarebbe subentrato nella gestione delle proprietà terriere.
I primi tredici anni trascorsi nel paese sono stati determinanti per osservare comportamenti e tradizioni, per imparare a capire la gente, per apprendere la lingua locale in tutte le forme espressive e nella profondità delle sfumature semantiche. Nel 1890, lo zio paterno Giovanni Butera, contrammiraglio medico, lo condusse a La Spezia per iscriverlo a un regolare corso di studi. Conseguita nel 1905 la laurea in ingegneria, incominciò a svolgere la professione a Roma, con la direzione dei lavori del nuovo quartiere di Santa Croce in Gerusalemme. Il ricordo di sé lasciato nella capitale gli ha conquistato l’intitolazione di una strada.
Ottenuto un lavoro nelle Ferrovie del compartimento di Palermo, si è trasferito nel sud. Nel 1909, è diventato ingegnere del genio civile della provincia di Catanzaro.
Nel 1949 ha pubblicato a Roma, con l’editore Bonacci, la silloge poetica “Prima Cantu e ddoppu Cuntu”. La seconda silloge “Tuornu e Ccantu, Tuornu e Ccuntu”, preparata da lui, è uscita postuma a cura di Guido Cimino e Giuseppe Isnardi. Nel gennaio-aprile 1956, un numero unico di “Calabria Letteraria” attesta con 40 articoli la stima acquisita dal poeta.
Oggi i componenti del Centro Studi Vittorio Butera si dedicano alla selezione dei suoi numerosissimi inediti. Sono state pubblicate le opere: “Canti e Cunti” (raccolta completa dei canti e delle parabole edite nelle sillogi precedenti e nel volume “Inedite”, curato dall’UNLA di Conflenti), Centro Studi V.B. 2007; Città del Sole, 2016; “Lettere in prosa e in versi”, Centro Studi V.B. 2008; “Vittorio Butera, dai Cunti alle Favole” (di Rosanna Da Luca), Città del Sole, 2010; “Conflenti e Conflentesi”, Città del Sole, 2013; “Storia cronologica dei Sommi Pontefici”, ediz. Parola di Vita, CS 2016.

Libri di Vittorio Butera