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Canti e Cunti

ISBN 978-88-7351-930-0 / Pagine 336 / Anno 2016

Il titolo del libro “Canti e Cunti” deriva dalle due attività che Vittorio Butera si attribuisce per comunicare il genere delle sue composizioni poetiche. Costituiscono il volume i testi delle prime due edizioni selezionate dal poeta e i primi inediti raccolti dall’UNLA di Conflenti.
Quando canta, il poeta s’immerge tra sentimenti e memorie, esprime il senso dei luoghi e il dolore dell’elegia, tocca tematiche esistenziali, sfiora la metafisica. I “cunti”, collegandosi alla favola antica, svolgono la funzione di castigare i costumi e i vizi degli uomini. Per il carattere mordace, per le sferzate taglienti o bonarie che contengono, e perché inoltre sono parte del racconto locale, vengono inseriti tra i “cunti” sia i ritratti dei personaggi sia le satire, che documentano aspetti sociali, politici ed economici dell’epoca. A giudicare dai titoli scelti dal poeta, la priorità spetta al canto, ossia alla lirica e all’elegia che interessano l’interiorità dell’essere umano; il raccontare viene dopo, avendo come argomento il mondo esterno. Se nel genere lirico V. Butera raggiunge l’apice della poesia rivelandosi vate che guida i lettori a percepire il sublime, il suo impegno sociale è profuso, con saggezza artistica, nei “cunti”, dove svolge il compito di condannare potenti e prepotenti, di punire il malcostume, di evidenziare illegalità, facendo scaturire la rivolta del lettore di fronte al trionfo del male.
€ 15,00
Vittorio Butera, nato a Conflenti nel 1877, testimonia nella sua opera tre fasi della vita nazionale: l’Italia postrisorgimentale, il Ventennio, i primissimi anni della Repubblica. Svolse la professione di ingegnere nella sede provinciale di Catanzaro, da dove mantenne rapporti con le personalità eminenti della cultura tra cui Trilussa e Rohlfs; sostenne riviste di poesia e letteratura; si esibì in recital per eventi di beneficenza. Ogni circostanza lo ispirava a scrivere messaggi in versi ricchi di umorismo e a tracciare profili che costituiscono una vivace galleria di personaggi. La tendenza a poetare, manifestatasi all’età di quindici anni, trovò il canale espressivo congeniale nel dialetto conflentese. È stata curata da lui la prima silloge “Prima cantu e… ddoppu cuntu”, (Bonacci editore, Roma 1949). Quando mori, nel 1955, aveva preparato la seconda raccolta “Tuornu e ccantu, tuornu e ccuntu” (Bonacci editore, Roma 1960), uscita postuma.
Della sua vasta e varia produzione, oggi all’attenzione del “Centro Studi Vittorio Butera”, è stata pubblicata una parte riguardante la lirica (”i canti”), la satira e le favole in versi (“i cunti”). Dalla corrispondenza, riportata in parte nel libro “Lettere in prosa e in versi” (2008, edizioni Centro Studi V.B.), emergono l’epoca e la complessa personalità del poeta. Numerosi cunti, selezionati tra gli inediti, sono stati pubblicati nel libro “Conflenti e Conflentesi” (Città del Sole edizioni, 2013), essendo riferiti ai cittadini di Conflenti che, superando i confini territoriali, rappresentano la tipologia agricola di ogni tempo e di ogni luogo.

Libri di Vittorio Butera (a cura di Vittoria Butera)