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Angelina Romano fucilata a 9 anni dai soldati del Re d'Italia

ISBN 978-88-8238-294-0 / Pagine 56 / Anno 2022

Angelina Romano è una ragazza nata e cresciuta a Castellammare del Golfo, provincia di Trapani, dove muore, all’età di otto anni e vari mesi, il giorno 3 gennaio 1862, uccisa dal regio esercito italiano.

Secondo una versione, cui mi limito ad accennare, il gruppo di persone sorpreso alla Falconera era costituito da vecchi, bambini e disabili che si erano posti sotto la protezione di don Palermo, convinti che questo li avrebbe protetti. Il gruppo dei sette sarebbe stato costituito dal prete, da una bambina, da una donna cieca, da una donna diversamente abile, da uno zoppo e da due settantenni. In questo caso il misfatto è il più orrendo che ci possa essere stato: si tratta di coloro che non potevano fuggire e che sono stati uccisi, non perché fucilati in piazza, ma perché si è sparato nel mucchio appena li si è sorpresi, senza nemmeno dare loro il tempo di spiegare perché si trovassero lì e chi fossero.

La mia conclusione: i militari, come ho ampiamente mostrato in un volume appena pubblicato (In punta di baionetta. 1860-1870: le vittime militari della Guerra Meridionale nascoste nell’Archivio di Stato di Torino), hanno ammesso di avere distrutto almeno un sesto dei documenti sul brigantaggio. È mia opinione che questo sesto sia costituito dai documenti più infamanti e vergognosi dei dispacci militari relativi al brigantaggio. Se questo è vero, come io credo che sia, quanto è avvenuto a gennaio 1862 a Castellammare del Golfo deve essere stato talmente vergognoso da dover distruggere tutti i documenti prodotti a riguardo.
E non si tratta solo della morte di Angelina Romano. L’uccisione di questa bambina deve essere considerata solo la punta di un iceberg che, al di sotto del pelo dell’acqua, nasconde altre cose veramente immonde compiute dai militari italiani.

Giuseppe Gangemi
Professore Ordinario in Scienze Politiche, Università di Padova
€ 8,00
La straordinarietà della cerimonia odierna è rappresentata dalla decisione dell’Amministrazione Comunale di dedicare l’Auditorium comunale alla memoria della piccola Angelina Romano, giovanissima vittima del Risorgimento.

La Giunta Municipale di Condofuri ha fatto propria la richiesta del nostro concittadino Daniele Volontà, poeta dialettale molto apprezzato anche al di fuori dei confini regionali e ha disposto l’intitolazione dei locali dell’Auditorium comunale ad Angelina Romano, martire dell’unità d’Italia, perché la nostra terra è intrisa del suo sangue. Toccherà, dunque, a me sollevare il drappo che nasconde la lapide affissa in questa sala e nella quale abbiamo riportato alcuni versi di una poesia a lei dedicata da Daniele Volontà: “ddi lacrimi e ddu morza di pani sunnu la sula curpa di Angelina” (quelle lacrime e quel pezzo di pane sono la sola colpa di Angelina).

Il contributo del prof. Giuseppe Gangemi, oltre a quelli graditissimi dei poeti dialettali calabresi, è indice della grande attenzione che il mondo della cultura meridionalista ha per l’Amministrazione comunale di Condofuri che, intitolando per la prima volta un edificio pubblico alla memoria di Angelina, ha voluto svelare, con una scelta anticonformista, una dimensione della storia sconosciuta ai più.
Ricordare Angelina Romano, infatti, è importante perché nonostante siano trascorsi più di 160 anni dall’annessione piemontese l’Italia non è ancora riuscita a fare i conti col proprio passato, non è riuscita ad essere sincera con sé stessa.

Tommaso Iaria
Sindaco di Condofuri

Libri di Comune di Condofuri